Ogni ispirazione di bene, se custodita e amata, conservando nel tempo la sua “luce” originaria è destinata a crescere e moltiplicare altro bene.
Poco più di dodici anni fa mi ricordo c’era da dare un tocco di novità al primissimo logo del CAE. La primula, che rappresenta la persona portatrice di bisogno, è sorretta da due mani come avvolta in un abbraccio pregno di attenzione e di cura.
Oltre a mantenere predominante il simbolo della primula si inserisce l’elemento del duomo, simbolo della città. Il CAE diventa sempre di più, un piccolo patrimonio di Empoli.
Oggi si sente la necessità di dare al nostro logo un taglio più essenziale, dinamico e robusto allo stesso tempo, un significato più maturo che in parte esprime la realtà attuale ma anche il “nostro” sogno proiettato sul futuro.
Anzitutto il movimento dinamico esprime la crescita e lo sviluppo di questa realtà e con essa il bene come frutto di una rete di autentica amicizia che si infittisce e si estende sempre di più nel tessuto sociale del nostro territorio.
la Primula , anche se si distingue in maniera chiara non ha contorni evidenti che la delimitano ma sembra quasi espandersi e quindi diventare sempre più grande. Ma quanto più cresce la domanda dei bisogni, (vecchi e nuovi) tanto più cresce la risposta dell’amore concreto e gratuito. L’abbraccio non è più solo un rapporto di reciprocità tra singoli, ma diventa azione dinamica (rappresentata dai 3 elementi arancioni in movimento armonico) su un piano più vasto in una sinergia di buone prassi che coinvolge: le Associazioni, le Istituzioni e la Cittadinanza. Questo incontro fra il bisogno e la risposta diventa quotidianamente forza rigeneratrice di bene.
Empoli 5 luglio 2013 Joseph Farrugia
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